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Le tratte dal canile di Ischia: dalla battaglia al processo – di LUIGI GAETANI D’ARAGONA

 Il prossimo 19 dicembre avrà inizio, dopo oltre cinque anni dall’apertura dell’inchiesta, il processo ai gestori del Canile di Panza, sull’isola di Ischia, rinviati a giudizio dalla Procura di Napoli con l’imputazione di aver creato una solida e sufficientemente abbozzata associazione criminale a quanto appare finalizzata al commercio illecito di

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Rondini e balestrucci – di ANDREA BRUTTI

1 aprile 2011


  La primavera è ormai arrivata, il sole è più caldo e le giornate sono più lunghe. In pochi giorni molte piante inizieranno a fiorire, richiamando a sè una grande quantità di insetti che torneranno ad essere molto numerosi. Ma la primavera è una delle stagioni più importanti per gli animali selvatici, poiché inizia la stagione della riproduzione. C’è chi si risveglia dal letargo e chi inizia a costruire o a ristrutturare rifugi; e ci sono molte specie di uccelli che compiono viaggi di migliaia di chilometri attraverso i continenti per giungere fino in Europa, ritornando esattamente nel loro luogo di nascita o di nidificazione.
  Tra esse mi sembra giusto parlare delle rondini e dei loro “cugini”, i balestrucci, perché come tutti sappiamo il loro arrivo dal continente africano nelle nostre regioni simboleggia l’arrivo della primavera.
  Impariamo a distinguere queste specie: la rondine si riconosce subito per via della coda a V, molto pronunciata e lunga, e per la caratteristica macchia rossa sotto la gola. Il balestruccio invece presenta una colorazione uniforme bianca dal sottogola al ventre, mentre dal capo in giù è di colore blu metallico, con l’eccezione di un’evidente fascia bianca sul groppone.
  Tutte e due le specie sono abili volatrici e sono insettivore, cacciando in volo una grande quantità di insetti, ma per quanto riguarda il nido presentano una differenza sostanziale: mentre i balestrucci fanno i nidi a coppa sotto i tetti, le rondini hanno bisogno di una struttura all’interno della quale costruire il proprio come ad esempio fienili, stalle, case abbandonate e, nelle periferie urbane, garage!
  Non sono specie cittadine, ma a Roma esistono alcune popolazioni nella periferia, dove possono essere viste volare proprio sopra il fiume Tevere sfiorandone la superficie per dissetarsi: uno spettacolo meraviglioso che però, nei centri urbani come nelle campagne, rischia di divenire sempre più raro.
  Entrambe le specie, infatti, sono in drastico calo numerico a causa dell’agricoltura intensiva e dell’uso dei pesticidi, che limitano fortemente le fonti alimentari e che sembrerebbe incida negativamente anche sulla riproduzione con l’assottigliamento dei gusci delle uova, rendendole troppo fragili.
  Non dimentichiamo che, soprattutto nelle realtà rurali, esiste anche la distruzione diretta e volontaria dei nidi in quanto i piccoli sono accusati di sporcare troppo. Questo (che molti reputano un “gravissimo problema”) è superabile attaccando delle mensole larghe dieci o venti centimetri sotto il nido, ma forse per alcune persone è più facile distruggerli deliberatamente, commettendo un atto illegale molto grave e sanzionabile.
  Più che al problema del guano, che come abbiamo detto è facilmente risolvibile, pensiamo anche che ogni rondine con prole cattura decine di migliaia di insetti ogni giorno svolgendo un ruolo ecologico insostituibile. E pensiamo anche al lungo e pericoloso viaggio che questi animali compiono ogni anno proprio per ritornare nello stesso nido: non ritrovarlo significa compromettere la loro riproduzione.
  Mentre i balestrucci hanno più possibilità di nidificare, perché vi è più possibilità di trovare sottotetti idonei, per le rondini è molto più complicato: gli allevamenti intensivi ed industriali, che ha causato la costruzione di luoghi asettici e privi di ogni accesso, hanno distrutto quelli che erano i tradizionali luoghi di nidificazione per la specie come ad esempio i fienili e le stalle.
  Salvare anche un singolo esemplare di questa specie significa contribuire alla sua conservazione. In merito a questo punto, vorrei ricordare che quando si trova un piccolo o un adulto di rondine o di balestruccio a terra contrariamente a quanto accade con la maggior parte di specie di uccelli è necessario sempre raccoglierlo: il genitore non lo accudirà. Questo, che a noi può sembrare crudele, è dovuto al fatto che le specie in oggetto sono molto più vulnerabili in terra, anche se la credenza secondo cui le rondini e i balestrucci non possano riprendere il volo autonomamente, è infondata:  riguarda infatti il rondone, specie profondamente diversa dalle rondini. Così, grazie all’istinto, il genitore sa perfettamente che se dovesse perdere la vita per seguire il piccolo a terra, morirebbe tutto il suo nucleo familiare, anche gli altri piccoli presenti nel nido. Per questo motivo è costretto a lasciarlo al suo destino, seguendo la legge della selezione naturale.
  Ma noi possiamo cercare di dargli un’altra possibilità, ed effettivamente a me è capitato moltissime volte quando lavoravo presso il Centro Recupero Fauna Selvatica della LIPU. Ricordo con piacere che nel periodo dello svezzamento, erano liberi di entrare e uscire dall’ospedale per animali selvatici. Ma quello che più mi colpiva era l’orario in cui si presentavano, erano sempre puntualissimi!
  Tutelare le rondini e i balestrucci è importantissimo non solo per la biodiversità. Nei confronti di questi uccelli, abbiamo un legame antico, che ci rimanda ai nostri avi i quali attendevano con il loro ritorno l’avvicinarsi della buona stagione: un mondo diverso e, per molti versi, più sano. Proteggere queste specie, oltre ad essere un dovere dettato dalla legge, ha un valore importante: significa proteggere anche la nostra storia




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